sabato 31 ottobre 2015

Over 70 in forma

UNA POSTURA MIGLIORE PER PIACERSI E STARE BENE – parte 8
Analisi posturale durante la vita di una donna
Arriviamo così alla parte conclusiva del nostro percorso a puntate che ha trattato l’evoluzione della postura in una donna, dai primi passi alla studentessa universitaria, per passare dalla donna in carriera, arrivando sino alla donna in menopausa e alle donne over 70.
Io credo che una donna possa mantenere sempre la propria forma fisica, adottando uno stile di vita sano fatto di nutrizione corretta, attività fisica e benessere interiore. Crederci e attuare da subito un cambiamento è la prima regola per ottenere il massimo.
In una donna over 70 uno dei fenomeni che può minare l’equilibrio fisico, e pertanto posturale, è una malattia degenerativa chiamata artrosi. Quando discuto con le mie pazienti e nominano questa patologia pare che sia qualcosa di assolutamente indomabile e ingestibile. Per i pazienti che non conoscono la patologia suona come qualcosa di grave, per cui nulla può essere d’aiuto. Io spiego loro che si tratta di un fenomeno molto frequente in entrambi i sessi, solitamente è legato all’usura della cartilagine articolare per attività lavorative e/o sportive ripetute. Questo processo degenerativo nelle fasi più evolute, porta a rigidità articolare e muscolare e nei casi più gravi può produrre: gonfiore, dolore e deformità articolare. Si presenta più frequentemente nella colonna lombare e cervicale, seguita poi dalle ginocchia. I cambiamenti posturale posturali più frequenti sono: l’aumento della curva cifotica, l’intrarotazione delle spalle, l’anteposizione del capo con difficoltà a mantenere l’equilibro. Se la patologia è trattata in una fase iniziale si possono ottenere ottimi risultati. In ogni caso bisognerà modificare il proprio stile di vita. Necessario sarà perder peso, passare da attività ad alto impatto (se quotidianamente praticate) ad attività in scarico (walking, nuoto, bici e stretching) e correzione posturale, indispensabile per prendere coscienza del proprio cambiamento morfologico ed attuare tutte le correzioni necessarie.






Solitamente la vita di una donna è segnata dai tanti compiti familiari, di gestione della casa e lavorativi. Tutto ciò fa perdere il controllo riguardo la propria salute, che finisce spesso per passare in secondo piano. Si trascurano tutti i segnali che il corpo ci manda e si finisce con il prendere coscienza del problema solo quando uno dei sintomi affiora: il dolore. Io invito tutte le donne che seguono questo blog a pensare anche alla propria salute. Volersi bene include anche curare il proprio fisico e combattere da subito i segni della rigidità articolare. Il dolore su una scala di evoluzione di eventi rappresenta uno degli ultimi sintomi, pertanto è indispensabile intervenire prima.
Uno dei compiti che spetta solitamente alle over 70 è la presa in carico dei nipoti. I bambini richiedono notevoli attenzioni, impegno fisico e mentale. Questo potrebbe essere da stimolo al restare sempre in salute, non lasciandosi trasportare dalla pigrizia.
Scoprire di poter fare di più e sentirsi più adeguati alle attività quotidiane è il più grande successo.

Dott.ssa Clarissa Bruno, Fisioterapista


venerdì 30 ottobre 2015

Candidosi, alimentazione e ambiente vaginale

Oggi ho deciso di parlare di un argomento che sta a cuore a molte donne ossia la candidosi che è un infezione del tratto gastro intestinale dovuta a una proliferazione eccessiva di un fungo o lievito chiamato “candida albicans.
Le cause di tale infestazione possono essere varie come:
Luso di antibiotici in maniera prolungata; in condizioni di normalità la flora batterica intestinale mantiene bassa la proliferazione dei funghi che sono presenti come commensali nell’intestino e che se mantenuti in una giusta concentrazione non causano danni, gli antibiotici uccidono i batteri quindi vanno ad attaccare anche la flora batterica intestinale alterandone il normale equilibrio, facendo si che la crescita dei lieviti aumenti.
L’uso di immunodepressivi;
Aumentata esposizione agli estrogeni;
Aumento delle secrezioni digestive che porta un aumento dell’acidosi;
Diminuzione delle difese immunitarie.
L'infezione arriva poi ad alterare l'ecosistema vaginale e vescicale. 
Inoltre vi sono vari fattori dietetici che favoriscono lo sviluppo della candida, di conseguenza l’intervento alimentare è mirato ad eliminare i cibi che sono alimento per il fungo. Tra questi in primis c’è lo zucchero raffinato, quindi zucchero da cucina, succhi di frutta, miele, sciroppo d’acero e dolciumi vari. Un altro alimento da evitare è il latte con i suoi derivati in quanto contiene lattosio che è uno zucchero e contiene anche alti livelli di antibiotici (perché vengono dati agli animali) che andrebbero a rovinare ancora di più la flora intestinale. Ancora da evitare ci sono i prodotti fatti da farina raffinata perché contiene molto amido che è lo zucchero della pianta e sostituirli con cereali integrali
Gli alimenti che si possono mangiare liberamente sono le verdure, i legumi, i cereali integrali e i frutti quali mele, frutti di bosco, pere e ciliegie in quanto hanno un basso indice glicemico.
Si consiglia inoltre di mangiare poco in modo da evitare una cattiva e lenta digestione, migliorare le difese immunitarie con le erbe come il ginseng, aloe, astragalo; migliorare le funzionalità del fegato con una dieta povera di grassi e ricca di fibre; usare erbe come l’origano e olio di timo che boccano la crescita del fungo e infine aiutarsi con la gomma di guar e i semi di psillio o pectina che sono delle fibre solubili che legano le tossine intestinali e ne promuovono l’escrezione.
Dr.ssa Rosa Corigliano, biologa nutrizionista

giovedì 29 ottobre 2015

Incontinenza

Care signore, oggi parliamo di incontinenza urinaria. Molte di voi sapranno già qualcosa sull’argomento e altre no. Facciamo un po’ di chiarezza.
Per “incontinenza” si intende una perdita involontaria di urina in quantità variabile. Fisiologicamente siamo programmate (ovviamente questo discorso vale anche per gli uomini) per avere un serbatoio, la vescica, dotato di una chiusura che dipende dalla nostra volontà. Il serbatoio si riempie continuamente di urina prodotta dai reni e rimane chiuso finché la pressione esercitata dall’urina ci consente di tenerlo chiuso e finché siamo in situazioni in cui non è opportuno svuotarlo. Quando qualcosa in questo meccanismo perfetto salta si verifica l’incontinenza.  Se ve l’hanno diagnosticata non vi sentite le sole. Infatti, si calcola che ne sia affetta una donna su tre. Certo, il detto “mal comune mezzo gaudio” in questo caso non vale perché l’incontinenza è un problema di rilevanza sociale con effetti spiacevoli sul piano psicologico ed è facile immaginare come un tale disagio possa influenzare il benessere psicofisico di una persona.
C’è incontinenza e incontinenza, per essere precisi ce ne sono tre:
·         incontinenza da sforzo;
·         incontinenza da urgenza;
·         incontinenza di tipo misto.


La più diffusa è l’incontinenza da sforzo. Si verifica in caso di aumento della pressione addominale (starnuto, colpo di tosse o anche una risata). È causata da un’insufficienza dei muscoli perineali. Questa situazione può verificarsi dopo un travaglio prolungato per effetto di spinte scorrette per consentire la fuoriuscita del bimbo o per la pratica della manovra di Kristeller (la cosiddetta “spintina” al momento del parto) o in menopausa per l’invecchiamento dei tessuti.
La meno diffusa è l’incontinenza da urgenza. Avete presente quando tornate a casa, siete davanti alla porta e proprio lì non riuscite più a trattenere? Ecco, quella è l’incontinenza da urgenza. Solitamente lo stimolo ad urinare attraversa varie fasi che il nostro organismo impara a riconoscere e a gestire. Di queste l’urgenza è solo all’ultimo stadio e le donne non affette da incontinenza, prima di arrivare a questa situazione, hanno attraversato anche le altre fasi e quindi hanno avuto il tempo di svuotare la vescica nei tempi e nei modi opportuni. Questa possibilità alle donne affette da incontinenza da urgenza non è data e improvvisamente avvertono uno stimolo fortissimo a urinare. Le cause sono da ricercare nella vescica più che nel perineo.
Il terzo caso è quello dell’incontinenza di tipo misto in cui si manifestano caratteristiche di entrambe le precedenti incontinenze e la riabilitazione si presenta difficoltosa perché deve agire su più livelli.

Cosa possiamo fare noi donne per prevenire l’incontinenza? La prevenzione si basa sui fattori di rischio: l’età, il numero di gravidanze e lo stile di vita. Di questi fattori uno è immodificabile (purtroppo!), l’età, e siamo tutte soggette all’invecchiamento dei tessuti. Sugli altri due fattori, invece, possiamo agire: in gravidanza con un buon corso preparto che educhi ad un corretto “uso” del perineo e durante tutta la vita adottando atteggiamenti e accortezze per salvaguardare il perineo il più a lungo possibile. 

Dott.ssa Alessia Pepe, Ostetrica

mercoledì 28 ottobre 2015

Reishi: il fungo per la longevità


Il Reishi (Ganoderma Lucidum) è un millenario protagonista della Medicina Tradizionale Cinese.
È un fungo medicinale conosciuto dall’epoca del più antico testo cinese sui farmaci, “Il classico delle erbe del divino coltivatore” (Shénnòng bencaojing), attribuito all’imperatore Shennong. In questo testo il Reishi occupa un posto d rilievo, collocato fra “le dieci erbe di rango superiore”, le quali apportano grandi benefici ed assenza di effetti collaterali.
La tradizione ha assegnato al Ganoderma Lucidum il nome Reishi, che significa “fungo per la longevità”, considerato dunque uno dei rimedi più adatti per arrivare in buona salute fino a tarda età.
Il Reishi, grazie alla sua solida reputazione nella medicina tradizionale cinese, è entrato nelle Università e nei centri di ricerca di tutto il mondo, dove mediante le moderne tecnologie scientifiche sono stati evidenziati i principi attivi ed i meccanismi d’azione di questi.
Da questi studi si evince l’inestimabile valore del Reishi nella cura e nella prevenzione delle malattie, che già gli antichi avevano colto.
Il Reishi è “primus inter pares”, perché gli altri funghi medicinali come ad es. ShiitakeMaitakeCordycepsAgaricusAuriculariaHericium e Polyporus sono solo meno conosciuti, ma producono risultati di valore simile. Ecco perché nel mondo continua a crescere la fama del Reishi e della micoterapia, che è diventata un vero e proprio metodo di cura.
Il Reishi favorisce i benefici dell’agopuntura e l’agopuntura favorisce i benefici del Reishi. L’agopuntura collabora in modo prezioso con il Reishi attraverso due azioni complementari e sinergiche: schematizzando il trattamento con gli aghi, esercita la sua azione in sintonia alle sfaccettature della diagnosi energetica, trasformando il pieno, la stasi ed armonizzando gli squilibri in maniera flessibile, secondo le necessità dell’organismo.
La grande abbondanza dei principi attivi, circa 400, fa del Reishiun fungo completo, efficace nella prevenzione e nella cura di moltissime malattie: la sua azione si indirizza alla risoluzione non solo dei sintomi, ma anche delle cause sottostanti.
Beta-glucani, terpeni, adenosina, enzimi epatici e Germanio sono i principi attivi più nobili, assai rari in natura: sono presenti antiossidanti, vitamine B e D, macrominerali, ,minerali traccia, fra cui Selenio , ed aminoacidi essenziali, preziosi nell’alimentazione vegetariana.



I Beta-glucani ed i terpeni potenziano l’azione dei meccanismi immunitari d’allerta, per cui batteri e virus devono affrontare difese agguerrite. Questa doppia azione contro microrganismi patogeni e infiammazione è di fondamentale importanza nella prevenzione e cura di malattie delle prime vie aeree, quali ad es. faringiti, tonsilliti, influenza, ma è importante anche per infezioni delle vie urinarie, quali cistite. I terpeni, d’altro canto, svolgono un’elegante azione antivirale, contro alcuni virus meno aggressivi, quali Herpes Virus, HSV 1, HSV 2, il virus del papilloma HPV.
Secondo alcuni studi del prof. Stavinoha, farmacologo dell’Università di Sant’Antonio del Texas, (1996), il Reishi è un valido antinfiammatorio cortisonlike, che garantisce quindi risultati simili al cortisone, sebbene siano molto più lenti, ma senza effetti collaterali tipici di questi farmaci. 
Viene utilizzato come antistaminico, nelle dermatiti infiammatorie, allergiche e da contatto. E’ utilizzato nella prevenzione dell’ovaio policistico, nell’infertilità, migliora le irregolarità mestruali e migliora anche la sensibilità all’azione ormonale.
Il Reishi è davvero eccellente nella prevenzione e nella cura di alcune patologie cardiovascolari, in particolare nelle extrasistoli, nelle tachicardie, nelle aritmie e nelle sindromi ad elevato rischio coronarico (Rajasekaran M, 2012).
E’ utile contro ansia e insonnia di media entità, e grazie all’adenosina rasserena i centri predisposti all’alternanza sonno-veglia. Migliora le funzioni psichiche in generale, anche attraverso il maggior afflusso di sangue nel distretto celebrale. Porta serenità e benessere nel corpo e nello spirito.
Dosaggi:
decotto estratto secco : 3-9g al giorno
compresse2g al die
tempi:
-tre-sei mesi per una buona riduzione dei sintomi nelle patologie meno gravi e meno radicate
-sei mesi-un anno nelle patologie croniche di vecchia data.

Dott.ssa Maria Rosaria La Pasta, Farmacista


Mi chiamo Maria Rosaria , ho 34 anni e sono una farmacista.
La mia professione rispecchia molto me stessa, memoria, disciplina e formule ; in realtà sono un po’ disordinata, ma amo la medicina e sono affascinata dalle strette correlazioni fra mente, corpo e anima. Ogni emozione si trasforma in qualcosa di concreto e si manifesta nel visibile sul nostro corpo. .impossibile non accorgersi di una ragazza che arrossisce… Ecco, la medicina è anche questo: è la trasmissione di una forte e vera emozione grazie ad una sinapsi, un neurotrasmettitore, una molecola infinitamente piccola, ma più potente della nitroglicerina di un “sapone”.. una piccola molecola ed il nostro corpo risponde! Anima, mente e cuore: innumerevoli eventi si susseguono, fino al raggiungimento di un vero grande obiettivo:
l’ espressione di noi stessi. 
Seguo un master di Fitoterapia applicata, ed anche se a volte le strade sembrano  tortuose  e difficili da “vivere”, il viaggio ne vale sempre la pena! Sono felice di aver intrapreso questo percorso, perché credo di essere nella giusta direzione per arrivare dove devo..
Voglio eccellere nella mia professione, ed essere di esempio per tanti, operando sempre eticamente e andando a di là di un semplice “ mal di testa”, per essere vicina ad ogni paziente, che necessiti anche di un semplice  ma valido sostegno morale.

martedì 27 ottobre 2015

Elogio all'attività fisica


Oggi concludiamo la panoramica sui tre aspetti del benessere fisico: l'attenzione alla prevenzione, l'alimentazione e l'attività fisica. Praticare attività fisica in maniera regolare permette di potenziare i tre aspetti del benessere a cui abbiamo accennato nei precedenti articoli: il benessere fisico, il benessere psicologico e il benessere sociale. I medici, i giornali e la televisione continuano quotidianamente a ricordarci i benefici dell'esercizio regolare, inoltre, gli esperti del settore, dando per scontato che ognuno di noi ha già inserito nella sua tabella settimanale le caselle " sport abituale" si dilungano in ulteriori particolari  consigliando ad esempio di eseguire un'attivita fisica di tipo aerobio, cioè cardiovascolare leggera, ma abitudinaria rispetto a un esercizio più intenso ma saltuario.  
In realtà ho l'impressione che praticare esercizio fisico oggi sia diventato un ulteriore cartellino da smarcare, un dovere da adempiere poiché viviamo in un epoca in cui ci sovraccarichiamo di abitudini perdendo in fretta l'entusiasmo iniziale. Di conseguenza anche prenderci cura del nostro corpo in questo modo diventa presto un peso. Cambia tutto se siamo in grado di pensare ad esso come ad un sistema di leve. Attivando la prima leva si ottiene un effetto domino che ci fa sentire globalmente più felici. Il primo passo è attivare la leva del benessere fisico. 
L'attività fisica migliora i parametri ematici dei trigliceridi e del colesterolo, migliora il metabolismo glicemico, diminuisce il rischio di sviluppare insulinoresistenza e ipertensione e migliora la proporzione fra massa magra e massa grassa. 
Se l'attività è moderata e costante può mantenere in esercizio l'apparato cardiovascolare e migliora la tonicità muscolare. 
Tutto ciò è abbastanza scontato e sono solo i risultati più appariscenti che è possibile ottenere. 
Così facendo presto raccoglieremo i frutti anche del benessere psicologico e avremo miglioramenti in tutti gli aspetti della nostra vita, dobbiamo però pensare non ad uno sforzo, un sacrificio, ma un punto di partenza per un benessere globale. 
I risultati sul benessere psichico sono la benzina della nostra quotidianità, è molto comune sentire amici che svolgono un piccolo esercizio fisico quotidiano  sentire il "bisogno"  di  ritagliarsi quel momento. Questo perché si ricercano le sensazioni piacevoli legate alla liberazione di endorfine sostanze che vengono denominate "oppioidi  endogeni". 
Le endorfine sono in grado di indurre rilassamento e sono ansiolitiche. 
Sentirsi bene fisicamente di conseguenza serve a  migliorare l'autostima, migliora la resa e la concentrazione sul lavoro, migliora anche la soddisfazione personale che deriva da un lavoro svolto bene e  al tempo stesso ci permette di allargare le nostre conoscenze perché sempre più lo sport diventa possibilità di socializzare. 
A seconda della nostre caratteristiche caratteriali potremmo decidere di praticare attività fisica in compagnia o da soli; se decidiamo di recarci in una palestra o fare attività fisica con amici saremo in grado potenziare anche il benessere sociale, quello che deriva dallo stare insieme. 
Se il nostro problema è l'aggressività potremo scegliere il kickboxing perché permette di scaricare la carica emotiva oppure lo yoga perché permettere di calmare la mente. Esistono quindi tante attività completamente diverse che si sposano alla nostra indole, il segreto è praticare quella che ci diverte di più. 
Per i bambini praticare esercizio fisico è un ottimo modo per combattere l'obesità infantile, creando competizione,  ma al tempo stesso spirito di gruppo. I bambini imparano giocando anche gli ingredienti della vita, il vincere, il perdere e l'importanza del Fair Play. 
Buono sport a tutti!!
Drssa.Viviana De Pace, ginecologa

domenica 25 ottobre 2015

la visione della vulvodinia in medicina orientale



La vulvodinia, così come wikipedia la definisce, è una condizione vulvare consistente in dolore, senso di bruciatura e fastidio a livello vulvare, che interferisce con la qualità della vita. Non è presente alcuna lesione fisica riconoscibile, a parte l’arrossamento del vestibolo. La condizione è diagnosticata per esclusione di altri problemi vulvovaginali. Il dolore può essere generalizzato o localizzato nella regione vulvare e spesso può divenire anche cronico. Spesso i sintomi ed il dolore si iniziano a sentire quando le donne diventano sessualmente attive. L’assenza di sintomi visibili fa sì che, prima di essere diagnosticato, viene detto a molte di loro che è un sintomo di origine psicogena (“nella loro testa”), quindi quasi facendo intendere che lo stiano inventando.





Come potete immaginare, questo è un altro di quei gratta capi in cui si evince che la medicina classica non riesce a vederci chiaro, e...come direbbero i cinesi in medicina tradizionale cinese...NANJING (cioè una situazione difficile)!


L'aiuto che ci viene dalla medicina olistica è quello di valutare il sintomo anche in base alla sua localizzazione, e in questo caso troviamo essere proprio nella zona del primo chakra, anche definito chakra della radice. Questo chakra è collegato alla terra, alle nostre radici ed alla capacità di sentirsi a casa; ci rende ben radicato nella realtà materiale, capace di non temere i cambiamenti che il futuro può portare.

Le medicine orientali valutano L'Unità corpo mente nella sua globalità ma ciò non significa sottovalutare il sintomo o considerarlo un'invenzione. 

Un suo squilibrio può essere legato a problemi durante il parto, rifiuto o mancanza di legame con la mamma, non ci si sente amato da lei e di conseguenza si inizia a cristallizzare una paura per la propria sopravvivenza; dopotutto la mamma è colei che dà il nutrimento, mentre il papà dà la direzione. 
Oltre che la sopravvivenza ed i suoi bisogni primari questo chakra regola la sicurezza dell'essere umano, la passione, il denaro, il lavoro e la casa.




Consapevolizzato ciò non trascurerei neanche il fatto che da lì passa un importante meridiano energetico, facente parte dei meridiani cosiddetti straordinari o curiosi, il meridiano di vaso concezione o REN MAI; l'ideogramma "Ren" significa "sostenere e farsi carico di", rappresenta la capacità di accogliere, di amare ed è il meridiano più Yin del corpo, il meridiano “femminile”per eccellenza, quindi dell'equilibrio della nostra parte femminile appunto.


Abbiamo visto come queste due scuole secolari ayurvedica e di medicina tradizionale cinese possono aiutarci nell'interpretazione del sintomo, ora aggiungiamo delle semplici domande suggerite dalla metamedicina e delle nozioni embrionali della medicina hameriana e iniziamo a far luce.

In un'altra sessione spiegheremo più nel dettaglio cos'è la metamedicina e la medicina hameriana, entrambe infatti valutano questa problematica come una somatizzazione di un conflitto rispetto la nostra sessualita'.
La visione hameriana ci spiega che questo tipo di conflitto si esplica nell'emisfero sinistro del cervello e si riflette sull'epitelio pavimentoso vaginale di derivazione ectodermica, ma ci torneremo su...

Anna Carla Digregorio
Farmacista Olistica

mercoledì 21 ottobre 2015

I benefici della dieta mediterranea

Continuiamo  il nostro percorso attraverso i tre aspetti del benessere: il benessere fisico, psichico e sociale.
Poiché è d’obbligo affrontare l’argomento nutrizione dobbiamo ammettere che da italiani partiamo decisamente in vantaggio rispetto al resto del mondo.
La dieta mediterranea è stata  dichiarata patrimonio dell’UNESCO dal 2010, non solo  per la qualità e varietà degli alimenti che la caratterizzano, ma anche per tutte le usanze,  il territorio, i metodi di  preparazioni e di coltivazione che rappresentano un patrimonio culturale unico della nostra tradizione mediterranea.
Curiosamente il termine dieta mediterranea è stato coniato da un medico americano appassionato di nutrizione, il Dr. Ancel Keys, sbarcato a Paestum a seguito della Quinta Armata nel 1944.
Durante la sua esperienza italiana notò che le popolazioni del Cilento avevano un insorgenza di patologie cardiovascolari molto più basse della popolazione americana, sua popolazione di origine.
La dieta di allora era però piuttosto diversa da quella che consumiamo attualmente anche se fortunatamente stiamo riscoprendo il valore di tale alimentazione con un necessario “ritorno alle origini”

Alla base della piramide della dieta mediterranea, troviamo la  grande varietà di prodotti vegetali (frutta e verdura),  da consumare  giornalmente nel rispetto della stagionalità e della territorialità, per poter prendere il massimo delle potenzialità salutistiche espresse da ogni alimento del mondo vegetale. A questi si deve affiancare il consumo  di cereali, preferibilmente in forma integrale (non raffinata) ed in chicchi, recuperando quindi farro ed orzo, ad esempio, che hanno rappresentato l’alimento base dei nostri antenati . 
Altro punto cardine del modello alimentare mediterraneo è rappresentato dall’olio extravergine di oliva, che nella sua tradizionale spremitura a freddo, conserva invariate tutte le sue qualità organolettiche e nutritive, insieme alla sua azione benefica sul sistema cardiovascolare, digestivo ed  il suo potere antiossidante.  Facendo attenzione a non esagerare, tenuto con del suo alto potere calorico, l’olio extra vergine di oliva dovrebbe rappresentare il condimento per eccellenza delle nostre pietanze.
Le fonti proteiche da alternare nella settimana sono rappresentate principalmente dai legumi, in tutte le sue varietà, sempre associati ai cereali per ottenere un pasto completo dal punto di vista nutrizionale.



In alternativa,  il pesce, per il suo contenuto in omega  3, e le uova per la qualità delle proteine, mentre le carni bianche sono sempre da preferire a quelle rosse.
Come fonte alternativa di omega 3, si possono introdurre nella dieta frutta secca e semi oleaginosi. Erbe aromatiche e spezie sono utili per insaporire le pietanze e ridurre così il consumo del sale.
Alcool e dolci si trovano in cima alla piramide, per cui vanno consumati occasionalmente.
Il consumo di acqua ed attività fisica quotidiana, completano e consolidano la piramide dello stile alimentare mediterraneo, che è stato scientificamente dimostrato essere  il più efficace nel ridurre il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e  degenerative, quali tumori e demenze.
Ma dell’attività fisica parleremo la prossima volta…


Dott.ssa Raffaella Trovato, biologa nutrizionista esperta di alimentazione vegetariana/vegana
rtrovato@libero.it
Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa


lunedì 19 ottobre 2015

Zenzero, rimedio contro le nausee gravidiche

Lo Zenzero è una spezia originaria del Sud est asiatico, Cina e dell’India, dove è molto utilizzata nella dieta. E’ un tubero ricavato da una pianta perenne, è di colore giallo paglierino con buccia verde se maturo e arancio se essiccato.
Si trova in commercio sotto forma di :
Radici intere fresche, raccolte fresche hanno la buccia esterna verde;
Radici essiccate, sono vendute sia con che senza buccia;
Polvere, ricavata dallo Zenzero essiccato ;
Cristalli, è fatto da zenzero cotto in sciroppo di zucchero ed essiccato all’aria;
Oppure si trova unito nei prodotti fitoterapici.
Lo Zenzero ha una lunga tradizione come rimedio nei disturbi gastrointestinali, promuove l’eliminazione dei gas e allevia gli spasmi intestinali rilassando e calmando l’intestino. Lo Zenzero ha anche un’azione antiossidante e antinfiammatoriausato regolarmente sembra che possa ridurre i dolori dell’artrite in quanto contiene i gingeroli che sono dei potenti antinfiammatori naturali. Igingeroli inibiscono la formazione delle citochine infiammatorie, messaggeri chimici del sistema immunitario.



Studi clinici hanno dimostrato che il suo principio attivo previene la cinetosi riducendo i sintomi come vertigine, nausea vomito e sudore freddo tipici ad esempio del mal d’auto. Lo Zenzero agisce sul tratto gastro intestinale rallentando il flusso di informazioni tra centro della nausea nel cervello e stomaco, proprio per questo è usato contro la nausea gravidica, compresa l’iperemesi che è la forma più grave. Assorbe e neutralizza gli ormoni gastro intestinali, tossine e acidi.
Per la consumazione… ovviamente il consiglio è di acquistare la radice fresca o essiccata e di prediligere il biologico perché è più probabile che non sia stato irradiato; si conserva in frigo per tre settimane. Si può unire ai piatti cotti come risotti o carne oppure si può consumare crudo nelle insalate e infine si può anche usare per fare un infuso. Inoltre si può unire nella preparazione di biscotti o ciambelle.
Una cosa da ricordare è che lo Zenzero contiene molti ossalati per cui se ne sconsiglia l’utilizzo a chi soffre di calcoli renali.

Dott.ssa Rosa Corigliano, biologa nutrizionista

Postura e menopausa

UNA POSTURA MIGLIORE PER PIACERSI E STARE BENE – parte 7
Analisi posturale durante la vita di una donna
Oggi vi voglio parlare di donne che hanno raggiunto i 50 anni. Donne che vorrebbero rimettersi in gioco. Donne i cui segni del tempo cominciano a farsi vivi e che cercano solo un motivo o un incoraggiamento per riappropriarsi del proprio corpo.
La menopausa é stata già trattata in questo blog sotto vari aspetti. Oggi, invece, la tratteremo sotto il profilo muscolo-scheletrico e posturale.Il fenomeno modifica il corpo sotto il profilo ormonale, producendo cambiamenti nel tessuto osseo, cambi metabolici, modifiche del tono muscolare e riduzione della capacità di carico nella donna. Molte donne oggi, raggiunta questa fase, hanno come desiderio quello di stravolgere il proprio stile di vita, per meglio convivere con il proprio corpo.

Avviare un'attività fisica è possibile a qualsiasi età ma, qualora non si sia mai fatto sport, bisognerà essere graduali e costanti.
Ogni donna in menopausa deve conoscere il proprio status osseo per adottare tutte le strategie per mantenersi in forma. 
Ci sono esami diagnostici che devono essere effettuati, come la Moc (mineralometria ossea computerizzata). Si tratta di un esame che misura la massa ossea, cioè la quantità di minerali contenuti nel nostro scheletro. 



Tre sono i livelli quantitativi ossei che si possono evidenziare: il primo di normalità, il secondo di osteopenia e il terzo,più grave, di osteoporosi. A seconda del risultato è necessario adottare strategie diverse, ma vorrei ricordate che si è sempre in tempo per correggere e tentare di prevenire l'evoluzione.
Se ci sono quadri di osteopenia, è necessario fare attività aerobica e in carico della colonna; ad esempio camminata veloce e attività di rinforzo dei muscoli della colonna.
Se si presentano quadri di osteoporosi, bisognerà essere più attente. Se non si è mai svolta attività fisica sarà necessario cominciare gradualmente e soprattutto selezionare attività in scarico della colonna, come il nuoto o la ginnastica dolce, dove ci sono esercizi di allungamento e di equilibrio. Questo tipo di attività svolgerà un ruolo preventivo nei confronti del tessuto osseo, evitando crolli vertebrali o fratture del collo del femore.
Solitamente la postura risente di questa fase,mostrando solitamente un accentuazione delle curve fisiologiche, con un aumento della cifosi dorsale e un aumento della lordosi cervicale. Queste evoluzioni potranno essere controllate da professionisti sanitari che si occupano di postura, i quali sapranno indicarvi i consigli migliori da adottare e gli esercizi più utili.
Inoltre vorrei porre la vostra attenzione sui casi che più frequentemente giungono alla mia attenzione. Spesso con l'arrivo della menopausa le donne che hanno già una scoliosi grave cominciano ad accusare un aumento delle algie muscolo-scheletriche. Ciò che consiglio è di non attendere l'inesorabile evoluzione peggiorativa della scoliosi, ma di agire in tempo con controlli frequenti. Bisognerà perdere peso se si è in sovrappeso e fare ginnastica posturale prima ancora che si giunga in menopausa. Un controllo periodico dell'evoluzione della scoliosi e l’adozione di un programma riabilitativo mirato potrebbe ridurre aumento delle rotazioni dei corpi vertebrali e del dolore.
Tutti questi consigli uniti ad un'alimentazione bilanciata renderebbero il passaggio meno faticoso. Prendersi cura di stesse è un atto di amore nei propri riguardi.. cominciate oggi!
Dott.sa Clarissa Bruno, Fisioterapista


mercoledì 14 ottobre 2015

Melagrana, proprietà e benefici soprattutto in menopausa

Rimanendo in tema autunnale parliamo della melagrana…questo frutto spresenta costituito da chicchi succosi, leggermente aspri, ricchi di sali minerali, acqua e vitamine. Può essere consumato tal quale oppure sotto forma di succo ricavandolo dal frutto fresco con l’utilizzo della centrifuga o dell’estrattore.
Da poco tempo si è scoperto che la melagrana, grazie alla massiccia presenza di antiossidanti e fitoestrogeni, ha un’azione riequilibrante sul sistema ormonale ed una immunostimolante, con valenze specifiche nella donna e nell’uomo. I fitoestrogeni, come vi ho già spiegato in altri articoli, sono delle sostanze molto simili agli ormoni femminili, per cui cibarsi di vegetali che ne contengono in alte concentrazioni aiuta a sopperire la loro assenza nel corpo della donna dovuta alla menopausa. Studi recenti hanno confermato la funzione regolatrice della melagrana sugli sbalzi d’umore tipici della menopausa e sul rafforzamento delle ossa.
Le proprietà benefiche della melagrana erano già note nei tempi antichi: la radice cotta nel vino veniva usata come vermifugo e la buccia veniva utilizzata in caso di intestino pigro.
E’ un frutto ricco di antiossidanti, vit C , vit K, vit B, vit A, potassio, proteine, carboidrati e grassiè anche ricco di altri minerali, tra cui ferro, calcio, magnesio, fosforo.
Apporta poche calorie: circa 60 Kcal per 100 gr. Grazie alla presenza di tannini e polifenoli, questo frutto è ricco di antiossidanti che riducono i radicali liberi. Le antocianine contenute nel succo di melograno sono in grado di svolgere un’azione protettiva nei confronti dei danni da raggi UV.
Il suo succo può agire anche come anticoagulante, riducendo il rischio di arteriosclerosi, nonché svolgere anche azione di prevenzione per le malattie cardiovascolari. Il suo consumo regolare aiuta a ridurre il colesterolo LDL e ad aumentare il colesterolo HDL, a combattere l’obesità, a migliorare il benessere. Grandi quantità di succo di melograno, infine, possono abbassare la pressione sanguigna.



Dr.ssa Rosa Corigliano, biologa nutrizionista


martedì 13 ottobre 2015

La Gastrite

Come ho fatto finora, vorrei affrontare un sintomo dal punto di vista olistico, quindi vedere gli aspetti funzionali del l'organo, le cause che portano ad un suo squilibrio e come valore aggiunto andare a capire che messaggio simbolico ed implicito nasconde. Ricordiamo che il corpo, ma in generale la natura non ha alcun motivo di rivolgersi contro sè stessa e tantomeno di fare qualcosa che non abbia come fine ultimo la sopravvivenza e l'evoluzione. Accettato quest'assunto una visione olistica della salute risulta sicuramente più sensata rispetto ad immaginare soltanto che un organo, in questo caso lo stomaco, come un pezzo di ricambio di una macchina subisca un deterioramento e quindi non potendo sostituirlo come facciamo x le nostre auto dobbiamo sostenerlo spesso a vita con dei prodotti chimici di supporto.
Un organo che non funziona più, quindi...
Che no senso!!! Tutto qui???
Allora perchè ci capita di avere lo stesso sintomo sia se non digeriamo un cibo, sia se non digeriamo se nostra moglie o nostro marito,o chi per loro, ci danno una notizia "dura da ingoiare"? Anche questo non vuol dire nulla?
Perché il corpo mostra gli stessi sintomi x uno stressore emozionale?
Sono tante le domande che possono farci capire che non dobbiamo separare pensieri, emozioni e fisico; sono interconnessi sempre, non dimentichiamolo mai.

Esistono 2 tipi di gastriti comuni (cioè escludendo quelle da helicobacter  pylori o iatrogena da terapie gastrolesive croniche) quelle da ipercloridria, cioè da eccesso di acido cloridrico, e quelle da ipocloridria, cioè quelle che avvengono durante la digestione, dove una carenza enzimatica o un eccesso di alimenti poco tollerati chiedono maggiore produzione di acido cloridrico gastrico per poter permettere la riduzione dei cibi ingeriti a "chimo", (cioè il risultato di scariche chimiche e meccaniche del bolo alimentare, costituito da cibo parzialmente digerito, acqua, acido cloridrico e svariati enzimi digestivi).
Entrambi i sintomi vengono solitamente trattati con prodotti chimici antiacido o ad effetto tampone o anti H2 o inibenti le pompe protoniche parietali gastriche. Come potete ben capire uno dei due casi, quello da ipocloridria, riceve addirittura un peggioramento organico andando a ridurre con farmaci l'acido gastrico.
 I bravi medici sottolineano come questi principi attivi non vadano usati oltre un mesetto di terapia, ma sinceramente vedo quotidiane clienti che li mantengono a vita autogestendoseli, non osservando che vanno incontro, oltre agli effetti collaterali specifici della molecola in questione, ad importanti riduzioni di assorbimento di minerali quali calcio (quindi mettendosi a rischio di osteoporosi), magnesio, rame, ferro, zinco, cromo, selenio, manganese, vanadio, molibdeno, cobalto e molti altri numerosi elementi traccia. Inoltre, senza una sufficiente produzione di acido clorodrico, che a sua volta attiva la pepsina, le proteine non possono essere adeguatamente digerite e alcuni aminoacidi potrebbero diventare carenti. Una ridotta acidità gastrica influenza anche l’assorbimento dell’acido folico e riduce la capacità alcalinizzante dell'organismo.

Allora perché non approfondire?
Se non tollero il latte, mi sentirei di escludere in maniera netta che non ho un conflitto con mia madre o che non lo stia sottovalutando?
Magari, consapevolizzandolo potrei aver dato un seno evolutivo e pro sopravvivenza a quel sintomo.
Perché non tollero quello o quest'alimento, cosa c'è sotto, perché il corpo mi dà un segnale, perché suona un campanello? Cosa vuole dirmi?
E poi... cosa della mia situazione attuale non sto digerendo? Anche capire, consapevolizzare e viverlo diversamente  potrebbe portare il corpo a far regredire il sintomo, visto che non lo vedrebbe più utile ad un processo evolutivo e di sopravvivenza.
Anzi prima lo scopro prima regredisce! E se fosse un'intolleranza genetica... il sintomo non regredisce, ma sicuramente la nostra vita ne acquisisce un colore più vivo.

Lavorare su di Sè attraverso i sintomi che il corpo ci fornisce, per affrontare una crescita interiore porta sempre a dei benefici inimmaginabili.
Il mio metodo prevede quindi di analizzare cause alimentari ed emozionali, eliminare per un po' di tempo i cibi non tollerati e nel frattempo sostenere il corpo con la medicina omeopatica low-dose o fitoterapica e in parallelo sostenere la persona a fare un lavoro su di Sè mirato a riequilibrare l'apparato psicofisico.

Anna Carla Digregorio
Farmacista Olistica

lunedì 12 ottobre 2015

La magia di Inside Out: come ci sentiamo quando viviamo

Oggi voglio condividere con voi alcune riflessioni su “Inside Out, ultimo film della Disney Pixar, che sta spopolando nei cinema. Il regista si è servito della collaborazione del Greater Good Science Center dell’Università di Psicologia di  Berkeley.
Protagoniste del film sono le cinque emozioni di baseche ognuno sperimenta nel corso della propria vita: gioiatristezzapauradisgusto e rabbia. Quale contesto migliore di un blog sulla crescita e le emozioni per parlare degli spunti che ci offre questo film, primo fra tutti la difficoltà di far convivere insieme sensazioni diverse tra loro. 
Inoltre, la struttura della nostra personalità è composta da isole che comprendono aspetti del nostro carattere, i nostri valori, ma anche il contesto in cui viviamo: la famiglia, gli amici, il partner contribuiscono ad attivare emozioni a seconda delle situazioni che viviamo
Nel film un adolescente che ha vissuto un’infanzia felice grazie all’amore dei suoi genitori, deve scontrarsi con un cambiamento di vita: trasferirsi in un’altra città abbandonando amici, abitudini e riferimenti. Questo evento si colloca in una fase della vita già complicata, in quanto le certezze vengono messe in discussione, ma si compiono passi decisivi verso lo sviluppo della propria identità.
Lo psicologo Keltner sostiene che, tradizionalmente, si pensa che le emozioni siano nemiche della razionalità, ma la verità è che esse guidano la nostra percezione del mondo, i nostri ricordi del passato, e perfino il nostro giudizio morale rispetto a ciò che è giusto o sbagliato. Secondo alcuni studi, le nostre emozioni del presente influiscono anche sulla memoria. Quando siamo tristi, possiamo dare una connotazione negativa a ricordi belli del passato.




Aristotele ha definito l’uomo come un animale sociale. Cosa organizza la nostra vita sociale? Le emozioniLe emozionistrutturano le nostre relazioni interpersonali, come l’attaccamento tra genitori e figli, i rapporti di coppia, di amicizia e di rivalità
• Probabilmente, se  avessimo maggiore confidenza con le nostre emozioni, ci sentiremmo meno disorientati esaremmo più capaci di utilizzare le nostre risorse. Ogni emozione svolge un ruolo adattivo nella nostra crescita quotidiana:
• la Gioia ci fa sentire vivi e pieni di energia
• la Tristezza garantisce che gli altri si accorgano dei nostri bisogni e ci permette di riflettere su eventi dolorosi come l’allontanamento e la perdita
• il Disgusto ci permette di distinguere quello che ci piace da ciò che non ci piace
• la Rabbia è il motore che spinge a compiere azioni per cambiare le cose
• la Paura attiva il nostro sistema di protezione
“Inside out” dimostra che è possibile far convivere emozioni così diverse, soprattutto la gioia e la tristezza. Io ritengo che la felicità sia l’obiettivo che ogni giorno ci prefiggiamo di raggiungere. A volte, però, è necessario sperimentare emozioni come la tristezza: dobbiamo fermarci, capire veramente cosa ci fa star male. Solo in questo modo, potremo raccogliere le nostre risorse e fronteggiare il problema. Se ci mostriamo sempre forti e invincibili, rischiamo di nascondere a noi stessi le nostre debolezze, fino a negarle. Se permettiamo a chi ci sta vicino di connettersi con le nostre emozioni, potremo lasciarci andare senza paura di perdere il “nostro paracadute. C’è sempre qualcuno disposto ad accoglierci, consolarci e a farci sorridere. 
Infine, accanto alla tristezza, la gioia ci fornisce un importante insegnamento: CERCHIAMO DI TRARRE IL MEGLIO DALLE SITUAZIONI DIFFICILI. Ingegno, fantasia, coraggio ed energia possono farci realizzare grandi cose!

Dott.ssa Antonella Chibelli, Psicologa